Guarigione ritualità e comunità

L’ambiente naturale in cui viviamo è fatto di principi sottili invisibili che, se manovrati in un certo modo, possono avere un determinato effetto sulla situazione che intendono curare.
Con ritualità si indica invece la tecnica grazie alla quale è possibile gestire e manovrare tali energie.
Il concetto di comunità è legato alla consapevolezza che gli esseri umani vivono tendenzialmente in collettività, la salute complessiva e il benessere di un individuo sono connessi ad una data comunità e non possono esistere al di fuori di tale contesto.
La ritualità nello sciamanesimo mira a produrre guarigione, la perdita dei poteri di guarigione nel mondo moderno è causata essenzialmente dalla mancanza di senso della comunità.
Un rituale ha successo solo se si ha fiducia nel fatto che queste forze invisibili hanno di operare la guarigione, oltre che dal saper individuare cos’è che deve essere guarito. La strada che va dal desiderio di guarigione alla guarigione stessa è costellata di gestualità, tatto, suono, melodia e ritmo che nascono spontaneamente e il cui corso di svolgimento non è prevedibile. Tutto ciò viene fatto per chiamare a raccolta le forze invisibili e prendere parte con esse alla creazione di uno stato di armonia, di simbiosi e di benessere.
Il rituale è il modo più antico di tenere assieme una comunità e di mantenerla allo stesso tempo in stretta connessione con lo spirito. È un modo di comunicare con le forme di coscienza e con gli esseri di innumerevoli mondi, è uno dei più pratici ed efficaci sistemi per effettuare una sana guarigione. Il rituale è uno strumento per mantenere il delicato equilibrio fra corpo e anima.

Simbolismo e psiche

I simboli costituiscono la porta di ingresso che conduce ai rituali, esattamente come i nostri corpi non posso sopravvivere senza cibo, la nostra psiche non può sopravvivere senza simbolismo.
La psiche umana ha occhi che vedono le cose indipendentemente dagli occhi fisici, essa legge i simboli, essa riconosce i simboli ovunque essi si trovino e reagisce sempre alla loro presenza. Sprovvista di tali simbolismi, la psiche cade facilmente in depressione.
Trovare un significato nella vita e una strada di guarigione richiede di concentrarsi su una realtà che va oltre l’esistenza quotidiana e la psiche richiede dei simboli per poter conservare tale concentrazione; i simboli ci ricollegano all’altro mondo.
Non esiste altra parola per simbolo se non spirito perché vi è un’invisibile e scontata connessione tra simbolismo e spirito.
Il simbolismo parla alla nostra psiche ricordandoci il nostro viaggio della vita.

Il perché di un rituale

La nostra anima e il nostro spirito hanno bisogno di un rituale per rimanere integri. È come se in assenza di cibo per il nostro spirito fosse il corpo a pagarne le conseguenze, il cibo della psiche è il simbolo ed è attraverso il rituale che il nostro spirito si nutre.
Il rituale è necessario anche perché vi sono certi problemi che non sono risolvibili solo a parole. Il dolore causato da un abuso che qualcuno si porta dentro, il trauma di sogni irrealizzati e il dolore di una perdita, non sono sentimenti che spariscono col tempo. Che si neghi o meno la loro esistenza queste sensazioni vanno a costituire un pesante fardello che crea tensione nei nostri corpi e tiene prigionieri i nostri spiriti.
Il rituale ha la possibilità di sanare queste ferite e alleviare una tensione dalla quale nemmeno le parole possono sollevarci.
Il successo di un rituale è proporzionale al livello di arrendevolezza che ciascuno potrà raggiungere. Dato che il rituale implica cambiamento, il suo successo dipende su quanto cambiamento e che genere di cambiamento, sempre che si desideri veramente che se ne verifichi uno, vogliamo che avvenga.
Il lasciar andare e l’arrendersi è la cosa più difficile da ottenere in quanto, consciamente o inconsciamente, ognuno di noi attiva delle resistenze ma una volta che si è dentro un rituale l’ego viene sfidato con tanto impeto che alla fine crolla lasciando la persona momentaneamente libera di rispondere allo spirito spontaneamente.

Identità e comunità

La prima cosa a cui tutti aspiriamo consiste nella piena realizzazione delle nostre doti innate e nel ricevere approvazione, riconoscimenti e conferma di tali doti.
In molti individui c’è un potere innato che non viene alla luce perché non riconosciuto dalla società, questo riconoscimento è indispensabile, non bastano la nostra autostima perché possiamo realizzare lo scopo della nostra vita. La gente è disposta ad andare altrove in cerca di riconoscimento se non lo trova nella sua città o paese e per molti è utile l’aiuto offerto dai rituali tribali che danno un senso di connessione con una dimensione superiore.
Nel concetto sciamanico di guarigione, ogni guarigione deva partire dalla soluzione dei problemi energetici e il rituale è il crogiuolo dove tale trasformazione e tale guarigione avvengono. Lo scopo del rituale è quello di aumentare la consapevolezza dato che diventare consapevoli del fatto che esiste una realtà che va al di là del mondo fisico è una delle chiavi di trasformazione dell’individuo, il rituale può anche scuotere una persona fino a liberarla dal controllo rigido di quella parte dell’ego che vuole limitarne la crescita e l’esperienza e la consapevolezza dell’altro mondo. Tale consapevolezza diventa un modo di onorare quella parte in ombra e nascosta di noi stessi. Esistono cose quali il corpo fisico e il corpo spirituale, la consapevolezza dovrebbe in definitiva tentare di rimettere insieme queste componenti, spesso separate; è importante riconoscere che il corpo è un’estensione dello spirito e che lo spirito è un’estensione del corpo e che le due cose sono inscindibili.
Le nostre radici sono nel mondo dello spirito e i rituali ci aiutano ad aprire quei canali che sono sintonizzati su quei mondi.

Il rituale comporta non solo guarigione ma ripristina anche la memoria e il rafforzamento dello scopo esistenziale dell’individuo.
Nel pensiero sciamanico l’apprendimento di ogni genere non è altro che ricordare ciò che già si conosce. Un altro concetto è che ogni persona nasce con uno scopo ben preciso e con doni da portare alla comunità, il compito della comunità è quello di mantenere vivo e indirizzare la persona verso il suo scopo.
Gli sciamani credono che ognuno abbia uno spirito designato ad accompagnarlo verso il suo scopo, sarebbe bene fare sempre un’offerta al proprio spirito o all’altare degli avi in segno di riconoscenza per la diligenza e l’assistenza che vi è stata dimostrata nel guidarvi verso il vostro scopo.

Il potere curativo della natura

Senza la natura i concetti di comunità, scopo e guarigione non avrebbero alcun senso. Il nostro rapporto col mondo della natura e le sue leggi determina la nostra guarigione o la mancanza di essa. La natura dunque è la base fondamentale della guarigione.
Nella natura si trovano tutti gli elementi e i principi necessari per guarire gli esseri umani.
La stretta relazione esistente fra luoghi e persone viene simboleggiata nel legame che esiste tra una persona e il suo luogo di nascita e dato che ogni luogo è strettamente legato ad un luogo dell’altro mondo le persone avranno dunque una speciale relazione con quelle forze della’altro mondo che corrispondono al loro luogo di nascita.
Noi siamo più o meno la funzione di quella parte del mondo dove siamo nati. L’interagire con un’altra località della terra richiede quindi l’approvazione degli spiriti del nostro luogo d’origine.
Se vi trovate ad eseguire rituali di guarigione dovrete evocare gli spiriti del luogo in cui siete nati in aggiunta a quelli nativi del posto in cui vi trovate.
Gli individui come estensioni dello spirito vengono al mondo con uno scopo. Lo scopo di un individuo è di portare bellezza, armonia e comunione sulla terra, gli individui realizzano il loro scopo attraverso il lavoro.

La vergogna

La vergogna viene vista come una forza emotiva rovinosa che paralizza l’Io e quindi, come il dolore, anche la vergogna dovrebbe essere vissuta esclusivamente in un contesto sacro e cerimoniale.
Quando si prova vergogna nella vita quotidiana questa comprime la psiche in modo pericoloso, il risultato è che l’individuo vive una situazione di rifiuto che rende inerti, in questo modo l’autostima della persona viene praticamente distrutta.
La vergogna, come il dolore, è un’emozione potente ma a differenza del dolore che scaturisce dalla perdita, la vergogna sorge da un senso di colpa, di imbarazzo, di non essere all’altezza o da un senso di essere sfortunati. Sfiducia, sospetto e disaccordo sono figli della vergogna e costituiscono degli attacchi diretti contro l’autostima.
Ne consegue che esporre alla vergogna una persona per farla sentire responsabile, al di fuori del contesto sacro, mette in pericolo l’intera comunità. il fardello pesante della persona esposta alla vergogna andrà a lungo termine a ricadere su tutti e su tutto. Per guarire tali situazioni di imbarazzo bisogna riviverle nel contesto rituale.

Come affrontare le cattive azioni

Si dice che una persona non può essere nel giusto per più di 5 giorni, se quindi non è stata fatta un’offerta agli avi negli ultimi 5 giorni, ciò indica che il proprio rapporto con essi potrebbe non essere più tanto limpido come 5 giorni fa.
Bisogna fare delle offerte all’altare degli avi, l’offerta viene presentata agli avi in modo che l’energia negativa che si è accumulata intorno alla persona possa essere ripulita. L’offerta deve essere sufficientemente seria in modo da dare l’impressione che un peso sia stato tolto e che l’individuo si impegni ad evitare di rendersi responsabile di nuovi comportamenti errati in futuro.
Quando una persona invece non fa alcuna offerta, ciò avrà ripercussioni sulla sua famiglia, sui suoi figli e sui figli dei suoi figli.
Gli sciamani credono che gli errori non sanati vengano ereditati dai parenti che sopravvivono alla persona, ecco perché la tradizione vuole che le persone di ogni generazione saldino i propri debiti con l’altro mondo e passino all’altra vita senza lasciare nulla di incompiuto.

Tipi di rituali

Rito radicale: implica la riparazione di una psiche umana o di uno spirito che è frammentato o danneggiato. È un’intensa interazione con lo spirito allo scopo di rimuovere dalla psiche qualcosa che ha creato vari problemi alla persona (es. problema fisico, psicologico, sindrome da abbandono, paranoia,abusi , bassa autostima, ecc). questi traumi vanno sanati con uno o più riti radicali. Il rituale spingerà fuori l’energia che tiene intrappolato il trauma liberando un nuovo spazio da riempire con l’energia giusta.
Una volta che ci è liberati da tale energia emotiva paralizzante e questa è stata rimpiazzata da un sentimento più equilibrato, si ha bisogno di un rito di conservazione.
Riti di conservazione: è una pratica che non implica stress ed avviene a cadenza regolare. Con essa si prende atto dell’esistenza di una connessione con l’altro mondo.
La nostra vita ordinaria esaurisce e crea lacerazioni al sé spirituale e per estensione al sé fisico, un rito di conservazione sui assicura che tutti gli elementi essenziali dello spirito di una persona siano al loro posto e tengano insieme il sé fisico di quella persona.
In tale rito tutto ciò che si richiede è una preghiera, fatta di cuore, agli spiriti, in cui li si ringrazia per la loro presenza e si chiede loro di assisterci e guidarci nei giorni a venire. Poi si precisa cos’è che si vuole fare in futuro le finalità che i è prefissi, e si chiede la continua assistenza degli avi e di qualunque spirito amico si conosca.
Un terapeuta necessiterà di rituali quotidiani per rimettere in sesto la propria psiche dopo aver passato ore a lavorare per il bene altrui, altrimenti col tempo la psiche comincerà a sviluppare problemi meccanici. In definitiva il rituale di conservazione è finalizzato a mantenere la persona in condizioni di normale funzionalità e prendersi cura di sé a livello spirituale.

Svolgere un rituale

Preparare lo spazio rituale
Nel preparare lo spazio rituale ricordate che vi deve essere un modo per determinare dove tale spazio ha inizio e dove finisce perché uno spazio rituale è sacro.
L’accesso allo spazio deve essere evidente. Queste caratteristiche aiutano la psiche ad effettuare la transizione tra questo mondo e quello sacro.
Nello spazio rituale si devono includere le rappresentazioni simboliche di tutti gli elementi, spesso si richiede l’inclusione di un piccolo oggetto personale che aiuta a ricordare il proprio legame con lo spazio sacro che è stato creato.
L’invocazione
L’invocazione è una forma di preghiera che invita formalmente lo spirito, o qualsiasi genere di divinità personale, ad unirsi e a partecipare a quanto sta avvenendo. Gli spiriti si presentano solo dietro invito e arrivano con molti amici.
Ecco perché è importante che l’invocazione si specifica riguardo a chi è il benvenuto e chi no e che lo scopo dell’invito venga reso esplicito.
Invitate gli spiriti specificando al contempo le vostre finalità rispetto al rituale che state per svolgere, precisando qual è lo scopo del rituale nell’invocazione e chiarendo che non state invitando tali spiriti per qualcosa di vano. Stabilite chi verrà e chi no, intendo dire qui che ci sono spiriti buoni e spiriti malvagi, spiriti che ci sono d’aiuto e spiriti che ci sono dannosi. L’essere vaghi viene inteso dagli spiriti malvagi come un invito ad intervenire.
Guarigione e purificazione
Guarigione e purificazione nel rituale, costituiscono la chiave del rituale stesso. Se non succede nulla allora non c’è stato rituale.
La guarigione non arriva impacchettata, va espressa così come vorremmo che fosse.
Quando la guarigione avviene succedono cose impreviste, la persona che cerca la cura potrebbe vivere situazioni tali che le sue azioni finiranno con l’essere fuori controllo.
Delle volte, la parte del rituale relativa alla guarigione, contiene una forte dose emotiva. L’emozione in alcuni casi spinge il corpo a muoversi in modo insolito e ad emettere suoni. In situazioni limite, l’emozione può far agire le persone come se fossero possedute; non bisogna spaventarsi ma solo comprendere cosa sta succedendo afferrando interamente la logica dell’emozione per non esserne spaventati.
L’emozione che si prova in uno spazio rituale è perciò energia guaritrice mossa dallo spirito, consentire alle proprie emozioni di espandersi significa accettare la tanto agognata guarigione. Più chiaramente le emozioni vengono espresse, più le persone otterranno la guarigione dagli spiriti.
Chiusura del rituale
Come l’invocazione consiste principalmente nel chiedere allo spirito di essere attivamente presente, allo stesso modo la conclusione è un’opportunità per riconoscere il bene ch è stato fatto grazie all’intermediazione dello spirito.
In questa fase è importante identificare concretamente le cose per le quali lo state ringraziando.

Come si costruisce un altare sciamanico

Un altare sciamanico aiuta a mantenere una connessione con gli spiriti alleati, gli elementi e ci connette profondamente con la realtà spirituale.
L’altare o il rotolo di medicina da portare con noi, deve contenere la rappresentazione dei 5 elementi, una piuma può rappresentare l’aria come l’incenso o le erbe aromatiche, un cristallo può rappresentare il fuoco perché imprigiona la luce, un legno bruciato porta il fuoco in sé impresso, una conchiglia o un ciottolo di fiume può rappresentare l’elemento acqua, si può mettere dell’acqua in un vaso direttamente sull’altare, la terra può essere messa in una ciotola direttamente sull’altare o rappresentata con pietre, foglie secche, pezzi di legno, ossa, ecc.
Potete mettere sull’altare oggetti che trovate in natura, oggetti costruiti per ospitare degli spiriti Ongon o immagini e statue dei vostri animali di potere e alleati.
Si possono costruire altari specifici per ogni elemento a seconda del rituale che stiamo compiendo.
Un altare di fuoco può avere stoffe rosse e qualsiasi oggetto che ricordi l’energia del fuoco, si possono aggiungere statue e foto dei defunti, il fuoco rappresenta il sud e l’energia, il fuoco è lo stato cui tutto fa ritorno, pietre rosse, candele accese, ecc.
Un altare d’acqua utilizza invece i colori blu e/o bianco, ciotole con acqua, candele galleggianti blu o bianche, foto di animali acquatici o divinità acquatiche, conchiglie, pietre di fiume.
Un altare di terra può prevedere la creazione di una collina di terra, pietre, piante che simboleggino gli alberi, possiamo usare il colore giallo, si possono rappresentare dei simboli che rappresentino la madre o statue con divinità di fertilità e abbondanza, candele gialle.
Un altare minerale (per ricordare) può essere creato costruendo una grotta di pietre, può avere candele bianche, pietre di varie forme e colori, cristalli, sale.
Un altare per gli spiriti della natura può contenere fogliame, rami appena colti, candele verdi, oggetti vari rinvenuti in natura, ecc.

Riti individuali

Rituali atti a sanare il legame che si ha con i propri antenati o finalizzati al riscatto dei propri avi.
Il rituale degli avi aiuta a purificare gli avi stessi e il nostro rapporto con essi. Essi risiedono nel mondo dello spirito dopo aver perso il loro corpo fisico. Coloro che muoiono, dopo aver condotto una vita non cristallina, diventano immediatamente consapevoli del male che hanno fatto e cercano disperatamente aiuto dai vivi per essere purificati.
In ogni famiglia c’è un individuo che funge da ricettacolo dell’energia dell’altro mondo, una persona che ha la sensibilità di rendersi conto e di rispondere ai profondi bisogni spirituali e a volte fisici della famiglia di generazione in generazione.
La vita di queste persone non è facile, spesso vedono cose che recano turbamento, incluse visioni dei cari, nel peggiore dei casi sono turbate e preoccupate solitamente queste persone sono chiamate ad essere sciamani, i custodi degli altari e purificatore dell’albero genealogico della famiglia.
Costruzione di un altare per gli avi
Preferibilmente l’altare sarà addobbato con molto rosso per rappresentare il fuoco che è il simbolo degli antenati e recherà immagini dei defunti. Vi dovrà essere del cibo che dovrà essere sempre fresco.
Gli sciamani devono recarsi all’altare almeno una volta al giorno, passare del tempo a parlare con gli avi, è importante far sapere loro che si desidera fare tutto ciò che sarà possibile per regolare il rapporto che si ha con loro e aiutarli a purificarsi.
Agli antenati dovrete dare delle istruzioni inequivocabili e dovranno essere aiutati a venire in sogno. (spesso capita che le comunicazioni che ci arrivano non siano sempre chiare e comprensibili, dobbiamo aiutare i nostri avi ad apprendere come comunicare con noi altrimenti penseranno che noi li capiamo e abbiamo scelto di non rispondere loro e di non assecondarli).
Gli sciamani credono che gli antenati scontenti siano causa di morti violente, tutti gli incidenti sono una relazione disfunzionale con gli avi, è il modo che gli avi usano per attirare l’attenzione su qualcosa che è utile per il benessere di tutti. Gli antenati purificati porteranno salute, prosperità ed un senso di connessione intima che non ha eguali.

Fuoco
Il fuoco stimola e sostiene, è un’energia viva che pervade ogni forma di vita. ll fuoco funge da mediatore fra mondi, ogni rapporto con gli avi, con gli spiriti e con l’altro mondo è mediato dal fuoco.
Una comprensione del potere del fuoco richiede l’esistenza di un seria relazione con la morte e con i morti.
Il potere del fuoco deve essere incanalato coscientemente altrimenti il fuoco non sarà più in sintonia con la psiche. Quando la tensione prodotta dal fuoco non viene opportunamente incanalata, essa produce una situazione di grande tensione nel mondo, tensione spesso distruttiva.
Quando non siamo allineati con il fuoco, si crea una situazione di confusione e contraddizione dei modelli comportamentali derivanti da una mancanza di armonia fra il fuoco che consuma una persona e il modo in cui questa focosa energia viene espressa e manifestata nel mondo esterno.
In un rituale di fuoco ci viene data l’opportunità di guardare da vicino queste forze. Ogni rituale di fuococ ha a che fare con cambiamento e trasformazione.
Guarire con il fuoco
Fuoco come legame col mondo degli avi e degli spiriti. La sua funzione è di mettere le persone sulla giusta strada.
Il contenuto del rituale deve essere ambivalente, deve mirare a riporre nel fuoco tutto ciò che a ad interferire con il nostro scopo vitale. Il fuoco che arde deve consumare tutto ciò che si frappone fra noi e lo scopo che determina il corso della nostra vita.
La seconda fase riguarda il ribadire il nostro impegno di camminare nella nostra vita in sintonia col fuoco chiedendo che esso trasformi quanto ha appena bruciato in tutto ciò di cui abbiamo bisogno per svilupparci, crescere ed andare avanti.

Rituale molto adatto a persone che hanno perso il proprio scopo nella vita, ottimo per trasformare in realtà le idee e i progetti .
Preparare un simbolo di ciò che vorremmo venisse bruciato dal fuoco (es. foglio di carta con scritto o disegnato ciò che si vorrebbe gettare via, oppure un oggetto simbolico).
È preferibile che il rituale avvenga di notte.
Costruire un luogo che faccia da altare dove accendere il fuoco che deve rimanere sempre acceso e bruciare con la stessa intensità per tutta la durata del rituale.
Riuniti in piedi intorno al fuoco pronunciamo un’invocazione, dove chiariremo il fine del rituale. Nominando i nomi degli alleati e degli antenati che vivono nel mondo dello spirito affinchè prendano parte al tentativo di rimetterci in contatto con lo scopo che brucia dentro di noi.
Ogni persona a sua volta chiamerà i sui spiriti personali e quelli degli avi, quelli che vorrà che siano presenti per dare un contributo personale al rituale.
Successivamente ogni partecipante confiderà al gruppo qual è l’ostacolo che intende superare. Rendere il problema a parole servirà a sradicarlo ed allontanarlo dallo spirito rendendo possibile liberarsene grazie al fuoco della trasformazione.
A questo punto ciascun partecipante, uno per volta, dovrà avvicinarsi al fuoco e sentire il calore mantenendosi concentrato sulle fiamme cosciente di quanto viene rilasciato dal fuoco.
L’oggetto che ognuno si sarà portato dietro verrà dato alle fiamme.
Manteniamoci vicino al fuoco ed entriamo in contatto con lo scopo della nostra vita dedicando tutta la nostra attenzione al fuoco e sentendone la forza ed il calore.
Mentre ognuno di noi è accanto al fuoco, il resto del gruppo sarà impegnato a cantare e ballare o suonare.
Quando ogni persona avrà finito il turno davanti al fuoco dovrà essere accolta dal gruppo con teneri abbracci e con un profondo senso di accettazione.

Acqua
Rituali d’acqua
Il rituale d’acqua è un tentativo di unire ciò che deve essere unito, di riconciliare le cose che sono nate insieme, riannodare le cime che sono andate sciogliendosi tra loro.

Il dolore va visto come rilascio di una tensione accumulata a causa di una separazione o di un allontanamento da qualcuno o qualcosa per noi importante.
L’uomo medio soffre la solitudine, gli uomini in particolare soffrono per il fatto di non aver pianto nel modo giusto i loro morti perché è stato loro insegnato che gli uomini non piangono.
Il dolore non viene solo espresso in lacrime ma anche in rabbia furia, rabbia, frustrazione e tristezza. Una persona rabbiosa è una persona sulla strada delle lacrime. La tristezza, la versione più tenue del dolore, rivela l’esistenza di un profondo livello di doloro nei meandri della nostra psiche.
Le lacrime, la versione più blanda del dolore, non sono accettate dal mondo moderno come lo sono la rabbia e l’essere furibondi, ci sentiamo a disagio con le lacrime perché con esse non è possibile litigare verbalmente. Non si riesce con la logica a combattere questo genere di emozioni.
Tutti noi abbiamo paura delle emozioni perché abbiamo paura di perdere il controllo di noi stessi, tuttavia diventiamo sempre più consapevoli che è pericoloso rimanere incollati alla propria rabbia e alla propria tristezza, veicoli cechi di un dolore che resta sepolto.
Quando queste emozioni non vengono allentate da una catarsi, si viene lasciati con un senso di incompletezza. Affinchè ci si possa affrancare da tali emozioni bisogna ricorrere all’acqua.
L’emozione è un fenomeno esteriore per sua stessa natura che non potrà trovare il suo giusto sfogo se viene espressa solo interiormente. Il dolore a cui è negato un accesso esterno si farà sempre più forte fino a spazzarci via.
Nello sciamanismo l’emozione viene ritualizzata perché viene considerata una cosa sacra, se vengono affrontate in uno spazio rituale, potranno dar luogo a grande sollievo e guarigione.
Ogni volta che proviamo un senso di perdita vi è un’energia che richiede un rituale affinchè ci sia riconciliazione e ritorno alla pace.
Esistono crisi che i rituali d’acqua possono aiutare a risolvere, sconfitte, senso di impotenza, perdite (che sia la perdita della persona cara o dei propri sogni, di un lavoro o di un rapporto). Per poter eseguire un rituale d’acqua è necessario che vi sia una collettività, nei popoli primitivi non viene compreso il concetto di dolore personale. L’addolorarsi è un problema di tutti perché la persona che sta male appartiene alla comunità intera.
Rituale di afflizione
Scopo del rituale: confortare e aiutare a riaversi dalla perdita di una persona partecipando al dolore di quella persona. Il gruppo è tenuto a dimostrare al singolo individuo che la perdita che ha avuto è una perdita per tutto il gruppo.
Svolgimento: riuniti in cerchio, la persona al centro comunica agli altri la storia della perdita che ha subito.
Il gruppo inizia rispondere e ogni risposta enfatizza il racconto fatto dall’individuo, le risposte dovranno vertere sul perché capita che questa perdita abbia colpito quella data persona e su cosa ciò stia comunicando a tutti.
Le persone hanno bisogno di sentirsi dire cose buone dette con sincerità, onestà ed integrità. La guarigione quando l’energia malata che cresce nelle tenebre dell’isolamento viene lacerata da un riconoscimento così forte.
Rituale d’acqua con altare
Per questo rituale è adatto creare una forma ovale, essa rappresenta la vita che si forma. Un’estremità dell’ovale viene rappresentata come la comunità mentre dall’altro lato verrà costruito un altare che è la porta dell’altro mondo.
Dopo aver rievocato degli stati negativi di sofferenza e di dolore, le persone andranno dal villaggio verso l’altare dove scaricheranno il loro dolore. Ognuno di loro dovrà portare un oggetto simbolico della sua perdita e lo piazzerà sull’altare.
Quando tutte le persone avranno fatto ritorno dall’altare al villaggio, si intonerà un canto di dolore accompagnato dal suono del tamburo.
Ogni persona che si dirige verso l’altare dovrà essere accompagnata da qualcuno nel suo tragitto per poter essere protetta. Non si può camminare lentamente e maestosamente quando ci sente come se si stesse per esplodere, se si stesse ribollendo dentro bisognerà frettarsi a portare il proprio peso all’altare; allo stesso modo non si mette fretta ad un’emozione che non mette fretta a noi. È compito dell’aiutante che accompagna la persona, fare attenzione all’andatura che si tiene trattenendo chi esterna il proprio dolore nel lanciarsi a capofitto nel varco che fa da accesso all’altro mondo.
Mentre avviene questo via vai nel rituale, gli altri possono cantare e danzare se sono spinti a farlo dalle loro emozioni.
La zona della comunità è un luogo dove l’energia deve scorrere e la solennità bloccherebbe il flusso.
Al questo punto del rituale, dopo una purificazione col fuoco e il fumo, si raccoglie l’oggetto che si era lasciato sull’altare e si seppellirà in natura.
Terminare lavandosi con acqua sorgiva.

Lo svolgimento ripetuto di questi rituali ha effetti positivi che vanno oltre alle parole, l’acqua è il fulcro di questo tipo di rituale perché essa rappresenta la riconciliazione e il ritorno dell’equilibrio.
I popoli tribali misurano la quantità di dolore che è andata accumulandosi dentro di loro con il barometro della propria gioia. Quando la sensazione di gioia dentro di noi si smorza è segno che il dolore si sta riaccumulando e presto ci sarà bisogno di un nuovo rilascio.

Rituale d’acqua per la benedizione, la pace e la fortuna
Tutta l’acqua che viene versata agli antenati o agli spiriti arriva nell’altro mondo allo scopo di donare una continuità di pace e tranquillità. È un qualcosa che può essere fatto sotto forma di ringraziamento agli spiriti per qualcosa che questi hanno aiutato a fare o per la loro protezione continua.
Se avete costruiti un altare in casa vostra è consigliabile che vi ci rechiate ogni mattina con un bicchiere di acqua fresca. Sedetevi o inchinatevi davanti all’altare tenendo l’acqua in mano, pregate lo spirito degli avi e qualsiasi spirito che conoscete invitandoli a forgiare la giornata che avete davanti.
È utile essere il più dettagliati possibile riguardo quelle che sarà il programma della giornata, precisando quali incontri vi stanno a cuore e anche esprimendo la vostra preoccupazione su quello che dovete fare.
Alla fine versate un po’ d’acqua sull’altare chiedendo agli avi di usarla come un ombrello protettivo di pace che vi tanga lontani dalla sfortuna, dalla cattiva sorte e dalle delusioni.
Lasciate sempre il bicchiere sull’altare dato che la presenza dell’acqua nel luogo in cui viene posta indica il vostro desiderio di pace, di riconciliazione e di amore per quel luogo.

Terra
La Terra è colei che ci nutre e ci da sostegno, la Madre che ci assicura la sensazione di appartenenza che ci permette di espanderci e crescere. Il nostro benessere dipende da questa sensazione di appartenenza.
In tutti noi c’è una qualche sorta di istinto territoriale una sorta di protezione di ciò che ci da nutrimento. La protezione della terra riflette la sua infinita attenzione verso di noi, noi in cambio dovremmo proteggerla perché ci dia una collocazione e ci doni risorse in abbondanza.
I riti di Terra enfatizzano il senso di appartenenza, di appagamento e di collettività, è in questo modo che vengono curate certe malattie psicologiche. La Terra è il nostro grembo e il nostro luogo di origine.
Sentirsi assenti, irraggiungibili, ogni forma di alienazione, di mancanza di scopo nella vita, tutto ciò è sintomatico di un mancato legame con la Terra, non vi è altro elemento in grado di curare la psiche vuota in cerca di soddisfacimenti.
Rituali di Terra e contatto
Una delle cose di cui abbiamo più bisogno è il contatto. Molte moderne malattie psicologiche e fisiche sono legate ad uno svuotamento energetico dovuto ad ambienti privi di contatto e tatto.
Quando ci troviamo in una situazione di individualismo, di isolamento fisico ed emotivo dagli altri, si può avere tanto bisogno di contatto che le necessità possono trasformarsi in gravi mali fisici.
Esiste una profonda dimensione sacrale del tatto, un rituale che autorizzi le persone ad entrare in contatto fisico con le persone le aiuterà a rilassarsi in un contesto sacro.
Vi è un bisogno di far riacquistare alle persone la sacralità del contatto. Il cammino verso un vero senso di guarigione e di comunità inizia con la capacità di ristabilire la quantità di contatto che è stata negata al corpo dall’inizio del suo viaggio umano.
L’assenza di contatto è la principale fonte di dolore nella civiltà moderna, causa di una scarsa autostima e delle progressiva diluizione del senso d’identità.
Ripristinare il contatto deve essere però fatto bene e non in modo da fermare una persona dal provare quelle emozioni. Il pericolo è che quando il contatto non dà energia ad un’altra persona questa viene ridotta ad un silenzio di auto protezione.
In un contesto in cui l’assenza di contatto fisico è la regola, la gente prova dolore e desiderio in silenzio. Questa afflizione interna è pericolosa perché attacca la psiche e porta energia negativa all’interno. La parte di noi che ha più fame non è quella che pensa alla cena ma quella che non si è sentita amata da molto tempo.
La Terra è l’archetipo del dare, ci insegna infatti a dare attraverso il contatto con gli altri.
Alcuni rituali
– Rituale di riconoscimento dell’anima: All’inizio si prega la grande madre affinchè sia presente al rituale. Ognuno chiederà aiuto nel ritrovare la forza che si ha dentro affinchè si indichi la via da percorrere.
Una persona si sdraia al centro del cerchio formato dal gruppo e parla di sé stessa con una preghiera sottolineando tutto ciò che ha costituito e costituisce una sfida ed un ostacolo alla sua vita, il ruolo del gruppo è ora di rivolgersi alla persona uno alla volta lodando le sue doti positive.
Una grande dose della sofferenza umana deriva dal non essere visti, lo scopo qui è di rimuovere il velo che copre la persona e di riportare luce nella sua psiche.
– Nel grembo materno della Terra: Attraverso questo rito riaccendiamo il nostro rapporto con la Terra. Esso consente alla Terra di assorbire energie negative dai nostri corpi. Quindi una persona che sta male, che è stata vittima di un abuso, che è sola e che non riesce ad entrare in contatto e ad essere in sintonia, dovrebbe considerare questo tipo di rituale. Allo stesso modo una persona che ha a che fare con le ristrettezze, che sente che nulla di nuovo ed eccitante capiti nella sua vita, la cui relazione sta andando in pezzi o che ha subito una recente perdita deve provare questo rituale.
Preparare un altare di Terra con le offerte di cibo, segnare l’ingresso all’altare in modo che sia ben visibile, in un’altra area separata da questo spazio viene acceso il fuoco che rappresenta la comunità e il villaggio. Dalla zona del fuoco la gente deve recarsi all’altare Terra e rilasciarle proprie emozioni nella Grande Madre e quindi far ritorno al villaggio dove verranno accolti calorosamente.
Mentre nell’area del villaggio si continuerà a suonare e danzare, le persone che si recheranno all’ingresso della’altare verranno accolte da un custode che spiegherà cosa sta per accadere, viene ricordato ad ognun che lo scopo è recarsi all’altare per comunicare in modo intenso con madre Terra e dirle cos’è che provoca problemi con le loro vite, viene detto loro di entrare in intimo contatto con la Terra stendendosi nel suo grembo come un bambino vulnerabile e fiducioso nell’amorevole abbraccio della madre.
Entrati nell’area dell’altare la persona viene consegnata al guaritore di turno che gli ricorderà ancora una volta lo scopo per cui si è recato all’altare in modo da aumentare lo stato emotivo. Il guaritore farà in modo di mantenere un qualche tipo di contatto con la persona durante tutto il rituale in modo che vi sia un costante senso di incoraggiamento. Il tempo necessari per la cura dipenderà dai bisogno della persona stessa.
Quando la guarigione della persona sarà giunta al termine il guaritore accompagnerà la persona dal custode che la ricondurrà al villaggio, quando gli altri vedranno tornare la persona al villaggio alcune persone di guardia ne urleranno il nome attirando l’attenzione di tutti. Quando la persona rientrerà al villaggio verrà accolta da abbracci e saluti.
C’è un detto che dice che dobbiamo imparare dai cani come dar il benvenuto al prossimo perché i nostri cani sono dei maestri nel farci sentire desiderati.
– Rituali potenti di trasformazione:
– seppellirsi sotto terra si in orizzontale ricoprendo la buca con rami e foglie o in verticale ricoperti di terra lasciando fuori solo la testa
– seppellirsi nel fango

Pietre e minerali
Il fine di questi rituali è di riaccendere antiche memorie. Le pietre e i minerali sono gli esseri più antichi di questo pianeta, sono il magazzino di tutte le informazioni.
Uno degli scopi principali di questi rituali è quello di evocare dei ricordi cardine dello scopo vitale di ognuno di noi.
Nella cultura sciamanica si sa che ogni persona viene a questo mondo per un motivo, per poter accedere in questa realtà bisogna avere un progetto adeguato da sviluppare, il problema è che la lucidità con la quale ci imbarchiamo in tale viaggio verso la terra comincia a svanire non appena facciamo la nostra comparsa.
Tutti abbiamo un dono, ognuno di noi ha qualcosa da dare agli altri, una persona che non si sente dotata è una persona che si è persa in una voragine di oblio e confusione.
Lo scopo di un individuo è contenuto a livello energetico nelle sue ossa e il suo impegno lavorativo dovrà concordare e coincidere col messaggio inciso in tali ossa. Il punto è: che succede quando ciò che si fa non va ad allinearsi con ciò che si è? Succede che si tradisce la reale forma di vitalità che definisce il proprio essere e ciò non fa altro che portare grande dolore nella propria vita.
Molte persone nel mondo moderno imprigionate fra la propria lotta per la sopravvivenza e il fatto di intuire l’esistenza di un vero scopo nella vita si ritrovano dover sacrificare il proprio fine per sbarcare il lunario. Non vi è danno maggiore nei confronti di una persona che il danno provocato da un’attività che entra in competizione o in contraddizione con il suo scopo nella vita, a queste persone gioverà eseguire di rituali minerali.
Un rituale per ricordare
Costruire un altare rituale usando ossa e pietre, ogni individuo porterà delle pietre che rappresenteranno le memorie contenute in ognuno di noi, le ossa simboleggeranno le ossa del corpo. Identificare un’area di accesso alla’altere ben riconoscibile.
Il rituale e dovrà concentrarsi sul ricordare momenti della vita in cui ci siamo sentiti forti, collegati, potenti e utili, momenti in cui il mondo che ci circonda sembra una vera casa familiare e accogliente.
Con il gruppo riunito assieme ogni persona tiene in mano un pietra e aspetta che vengano a galla immagini pensieri ed impressioni, l’energia della pietra renderà possibile il risveglio di memorie interiori.
L’ascolto della pietra prevede che l’individuo fissi la propria mente e il proprio spirito sulla pietra e lasci andare ogni controllo e distrazione allora cominceranno ad affluire immagini grafiche. Ciascuno descriverà al gruppo le immagini che affiorano con maggior frequenza durante il periodo di ascolto, le immagini simboleggiano uno scopo al quale ciascuna persona è legata. L’intero gruppo rifletterà sulle immagino e capirà le irripetibili qualità e doni di quella persona, alla fine del rituale il gruppo pregherà affinchè le memorie riscoperte rimangano vive ed illuminino il nostro cammino.

Rituali della natura
La cosa più stupefacente nel rapporto che abbiamo on le piante è ch noi abbiamo bisogno di loro ma loro non hanno bisogno di noi.
L’incontro con l’albero
Dopo essersi riuniti ed aver pregato e informato lo spirito della natura di quanto stiamo per fare, ci incammineremo nel cuore della natura finchè ognuno di noi non sentirà la chiamata di un albero, a quel punto ci siederemo a meditare in silenzio insieme all’albero fino a che non verrete richiamati da canti o suoni.
Al termine del rituale si potrà passare del tempo a condividere quanto vissuto nel bosco.

Rituale dell’animale di potere danzando vicino al fuoco nel cuore della notte
La legna che brucia nel falò altro non è che la natura che sprigiona la sua fiamma per far sì che la gente possa continuare ad essere illuminata nel sonno.
Il fuoco lega le persone tra loro, è il pulsare del cuore della comunità; per questo si dice che l’amore e il rispetto non possano durare a lungo se non vengono periodicamente riscaldati davanti a un falò in mezzo alla natura.
Un cuore gelido porta con sé sogni spenti e una scarsa eccitazione nella vita. Dunque il fuoco che brucia di notte simboleggia il risveglio della natura e della nostra natura che si uniscono per arricchire maggiormente la nostra esistenza.
Accendete un fuoco in mezzo alla natura, procuratevi dei costumi di animale, maschere o colori per il corpo. Ogni partecipante al rituale dovrò scegliere un animale per lui affine e quindi assumerne la forma e vestirsi di conseguenza.
Una volta mascherati i partecipanti si riuniranno intorno al fuoco assumendo un aspetto ultraterreno.
La cerimonia si apre intonando un’invocazione agli esseri della foresta, agli antenati, agli spiriti della natura, invocando la guida animale affinchè ci conduca e ci aiuti a vedere il mondo con i loro occhi. Chiedete agli spiriti di impadronirsi dei vostri corpi in modo che ci si possa muovere come loro nell’eleganza nella bellezza e nella purificazione.
A questo punto iniziano i canti e la danza che sarà libera per una parte del rituale, dopo questa prima fase il capo rituale chiamerà un animale a danzare al centro del cerchio usando appellativi (Es. Fratello Leone, Re della Foresta, ti esorto a parlare. Es. Sorella tartaruga, tanto astuta da portarsi sempre dietro la sua casa, mostrati a noi.)
La persona danzerà nel cerchio per alcuni minuti attirando l’attenzione di tutti su di sé.
La guarigione in questo rituale sta nel fatto di diventare qualcos’altro, l’animale totem. Fare ciò aiuterà a scacciare gli spiriti della malattia, dal momento in cui l’animale entra in noi ogni danzatore si trasforma e la conseguente struttura energetica a noi nuova caccierà via lo spirito della malattia.
Certe pratiche di guarigione come questa richiedono l’alterazione della struttura energetica della persona, facendo ciò la malattia (se ve ne è una) si indispettisce davanti alla scarsa ospitalità e se ne va via in cerca di un altro posto.
Alla fine del rituale ricordiamoci di ringraziare tutti gli spiriti che vi hanno partecipato.

Una limpia per ripulire dall’inquinamento
Dopo avere invocato lo spirito della natura di venire a scorrere nelle nostre vene e nelle nostre arterie con l’intento di ripulirci dalla impurità che abbiamo in noi, si chiede allo spirito della natura di dare una mano allo spirito dell’acqua per questa grande opera di ripulitura.
Al termine dell’invocazione, al suono dei tamburi e dei canti, ci prepariamo per la pulizia usando dei rami bagnati nell’acqua e lasciando piovere le gocce sulla nostra testa.
Al termine di tutto il rituale ringraziare gli spiriti che hanno reso possibile il tutto, sottolineando l’avvenuta purificazione e augurandosi che permanga nella vita di ogni persona.

Natura e acqua.
Procurarsi un oggetto da donare agli spiriti per noi significativo. Si possono donare delle cose naturali: cibo, frutta, tabacco o incenso, alcol, latte, riso, ecc.
Radunati nel luogo prestabilito, ognuno con il proprio oggetto da donare, riconosciamo le volte in cui abbiamo commesso dei torti contro gli spiriti della natura con la nostra ignoranza, ingordigia, negligenza.
Comunichiamo agli spiriti che siamo lì per tentare di riparare all’errore fatto.
Affinchè il rituale abbia successo, dovremmo evocare tutti gli alleati e i poteri che conosciamo affinchè ci aiutino a trovare il modo giusto per fare ammenda, invitando il nostro spirito guardiano potremmo fare in modo che ci aiuti ad essere onesti e ad aprirci a far si che la guarigione avvenga.
Dopo la preghiere di apertura la gente comincerà un lamento collettivo. Ogni persona si avvicinerà all’acqua dove il capo rituale la attende, ognuno pregherà la natura e o spirito dell’Acqua dicendo ad alta voce ciò che ha fatto o non ha fatto e che ha contribuito all’inquinamento, poi sistemerà a terra gli oggetti da offrire dandoli allo spirito affinchè operi la purificazione. Quindi prometterà di fare qualcosa di specifico per mantenere intatta la purificazione.
A rituale terminato i doni verranno scesi nell’acqua. Concludere con una preghiera.

Natura e Terra
Chiunque abbia un minimo di consapevolezza spirituale saprà riconoscere nella Terra la propria Madre. Nel contesto del nostro rapporto con la Terra è un bene che vi sa un rapporto di dipendenza, rinnegare la nostra dipendenza dalla Terra equivale a rinnegare la madre ed equivale a negare la femminilità. Una madre il cui lavoro non riceve riconoscimento si ammalerà.
Rituale di ringraziamento alla Terra
Delimitiamo uno spazio sacro e creiamo un altare di terra. Adorniamolo con candele gialle, piante, pietre, fiori ed oggetti personali (statue, maschere, disegni, ecc).
Ognuno penserà al tipo di regalo da fare allo spirito della Terra al fine di mostrare gratitudine a quanto hanno da essa ricevuto durante la vita.
Pregheremo lo spirito della terra e della natura che ci ricordi sempre e ci insegni ad essere grati alla nostra madre per essere stata sempre al nostro fianco senza chiederci nulla in cambio, ricorderemo di essere qui per imparare come dare al prossimo imitando l’esempio della natura, ribadiremo quanto profondamente dipendiamo da lei.
Al suono del tamburo e di canti ognuno di noi verrà scortato dal capo rituale verso l’altare della Terra, li la persona aprirà il suo dono e ribadirà i motivi per i quali fa quella particolare offerta, il regalo verrà dunque presentato al resto del gruppo che esprimerà il proprio entusiasmo. Quindi il capo rituale lo presenterà alla Terra sistemandolo nello spazio sotto all’altare.
Quando ognuno avrà terminato e sarà tornato al gruppo si chiude il rituale con una preghiera di riconoscenza e gratitudine.
ll giorno successivo le offerte vengono rimosse e ridistribuite tra i partecipanti in modo che nessuno riceva la propria offerta.
La persona che aveva l’offerta che poi voi avete ricevuto sarà per quell’anno il simbolo della vostra Madre Terra.

Offerte e rituali per la Terra
La guarigione è determinata più dal dare che dal ricevere. Per poter rimanere sani a livello energetico e per ridurre il rischio di perdite, gli individui e la comunità si sottopongono a rituali periodici facendo donazioni ed offerte allo spirito.
Tutti sono interessati ad avere una qualche forma di prosperità ed agiatezza per far sì che vi sia maggior prosperità e benessere nella propria vita, si fanno diverse offerte di cibo agli spiriti della natura.
Mettere insieme diverse porzioni di vari tipi di cibi in un vaso. Portare il vaso al tramonto o all’alba nel bosco ai piedi di un grande albero, pregare lo spirito della natura ricordandogli il nostro desiderio di avere un benessere variegato quanto lo sono i vari tipi di cibo presentati allo spirito della natura.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Terry

    Veramente un articolo bellissimo. Molto completo e che da grande voglia di approfondire l argomento. Ancora piu potente in tempo di covid!!!
    I miei suoceri abitavano in una piccola isola del giappone dove lo scintoismo altare e culto antenati e’ ancora molto forte. Tanti rituali li ritrovo simili ai loro. Mio padre ando’ invece x un anno di volontariato-servizio civile in africa e aveva in grande stima le tradizioni ancestrali locali. Ho poi incontrato tramite una mia amica del Colorado un native man (e lei stessa e marito seguivano la Via nativa e me ne parlavano). Ora isolati in covid ritrovo qui uniti e ben illustrati tanti bellissimi rituali di cui ho avuto la fortuna di vedere talvolta l autentico svolgimento (di solo alcune ma molto toccanti cerimonie). Credo che tutti in qs mondo cosi artificial abbiamo sempre piu bisogno di ricollegarci alla natura, agli elementi, alle ns radici (antenati) ritrovare un.senso comunitario meno egocentrico e narcisista del ns essere. Ricomporre I cocci rotti delle ns vite come si dice in giappone (e’ un arte zen molto potente e qui cosi ben delineate!!!!!). Grazie seguiro vs articoli e sopratt cerchero di vivere un po qs naturalezza che scrolla via dalla ns pelle tanti fardelli inutili della ns civilta contemporanea e sempre piu artificiale

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